Il
Corriere della Sera pubblica oggi una lettera di Alexis Tsipras in cui il
leader greco parla delle intenzioni di Syriza riguardo l’euro e chiarifica la
sua posizione a proposito della moneta unica: «Non vogliamo il crollo, ma la
salvezza dell’euro».
di
Alexis Tsipras
“Syriza
incarna l’aspettativa di un mutamento di rotta non solo per la Grecia, ma per
l’intera Europa. Non c’è nulla da temere: non vogliamo il crollo, ma la
salvezza dell’euro. E per ottenere questo risultato non serve proseguire le
politiche fallimentari di austerity, ma tornare a crescere e cancellare la
maggior parte del valore nominale del debito pubblico. La Grecia è davanti a
una svolta storica. Syriza non è più una semplice speranza per il popolo
greco:incarna l’aspettativa di un mutamento di rotta per l’intera Europa, che
non uscirà dalla crisi senza una profonda revisione delle sue scelte politiche.
La vittoria di Syriza darà slancio alle forze che spingono per il cambiamento.
Perché se la Grecia è finita in una strada senza uscita,l’Europa di oggi è
destinata a fare la stessa fine.
Il
25 gennaio, i greci sono chiamati a scriverla storia con il voto, a tracciare
un cammino di rinnovamento e di speranza per tutti gli europei,condannando le
politiche fallimentari di austerità e dimostrando che quando il popolo lo
vuole,ha il coraggio di osare e sa superare angosce e timori, la situazione può
cambiare. Syriza non è un orco né una minaccia: è solo la voce della ragione,e
saprà suonare la sveglia all’Europa, per riscuoterla da torpore e passività.
Per questo Syriza non è più considerata un pericolo come nel 2012, ma come una
sfida per il cambiamento. Ma una piccola minoranza dei Paesi membri,stretta
attorno alla leadership conservatrice del governo tedesco e di una parte della
stampa populista,continua a far circolare vecchie dicerie a proposito di una
GrExit (l’uscita della Grecia dalla zona euro). Proprio come Antonis Samaras in
Grecia, tali voci non convincono più nessuno. Dopo aver sperimentato il suo
governo, il popolo greco sa distinguere le menzogne dalla verità. Samaras non
ha niente da offrire, tranne la sottomissione ai precetti di un’austerità
dannosa e fallimentare, che hanno imposto alla Grecia nuovi aumenti fiscali e
tagli a stipendi e pensioni,che vanno a sommarsi a sei anni di sacrifici. Chiede
ai greci di votare per lui per proseguire su questa strada. Nasconde però il
fatto che la Grecia si è impegnata a raggiungere questi obiettivi, non a farlo
seguendo una precisa linea politica.
Syriza
si impegna ad applicare sin dai primi giorni del mandato il Programma di Tessalonica,
economicamente vantaggioso e fiscalmente equilibrato, a prescindere dai
negoziati con i nostri creditori. Il programma prevede azioni per porre fine
alla crisi umanitaria; misure di equità fiscale, affinché l’oligarchia
finanziaria, che non è stata sfiorata dalla crisi, sia finalmente costretta a
pagare; un piano di rilancio dell’economia per contrastare gli altissimi
livelli di disoccupazione e tornare a crescere. Sono previste riforme radicali
nella gestione dello Stato e della pubblica amministrazione, perché non
vogliamo tornare al 2009, ma cambiare ciò che ha portato il Paese sull’orlo
della bancarotta non solo economica, ma anche morale. Clientelismo (di uno Stato
ostile ai suoi cittadini), evasione ed elusione,operazioni in nero,
contrabbando sono solo alcuni aspetti di un sistema di potere che ha governato
il Paese per troppi anni, portandolo alla disperazione, e che continua a
governare nel nome dell’emergenza e per timore della crisi. In realtà non si
tratta di timore della crisi, bensì di timore del cambiamento. È questa
paura,aggravata dall’incapacità di un sistema di governo,ad aver portato il
popolo greco a una tragedia senza precedenti. E i responsabili di tutto
questo,se conoscono l’antica tragedia greca, hanno buoni motivi per
spaventarsi, perché l’hybris èseguita dalla nemesi e dalla catarsi!Il popolo
greco e l’Europa non hanno nulla da temere: Syriza non vuole il crollo, ma la
salvezza dell’euro. È impossibile salvare l’euro quando il debito pubblico è
fuori controllo. Ma il debito è un problema europeo, non solo greco: e l’Europa
deve accollarsi il compito di cercare una soluzione sostenibile.
Syriza
e la sinistra europea sostengono che occorre cancellare la maggior parte del
valore nominale del debito pubblico, per poi introdurre una moratoria sul piano
di rientro e una clausola di crescita per ripianare il debito restante, in modo
da utilizzare le rimanenti risorse per stimolare la ripresa. Esigiamo
condizioni che non sprofondino il Paese nella recessione e non spingano il
popolo alla miseria e alla disperazione. Samaras danneggia la Grecia, se si
ostina ad affermare che il debito greco è sostenibile. […]Ci sono due posizioni
diametralmente opposte per il futuro dell’Europa. Da una parte, la prospettiva
delineata dal ministro delle Finanze tedesco,Wolfgang Schäuble: occorre
rispettare gli impegni presi e proseguire su quella strada, a prescindere dai
risultati ottenuti. Dall’altra, la volontà di «fare tutto il possibile» —
suggerita dal presidente della Banca centrale europea —per salvare l’euro. Le
elezioni greche saranno il campo sul quale si sfideranno queste due strategie.
Sono convinto che quest’ultima prevarrà per un’altra ragione ancora: perché la
Grecia è la patria di Sofocle, il quale ci ha insegnato, con Antigone,che
talvolta la suprema legge è la giustizia.”
mader
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