Non
accennano a rientrare le polemiche e i regolamenti di conti all'interno del
Movimento Cinquestelle calabrese. Dopo le tensioni registrate negli scorsi
giorni adesso arriva la richiesta ufficiale di espulsione per il senatore
Francesco Molinari e per il deputato Sebastiano Barbanti avanzata dal meet up
di Cosenza.
A
dare notizia della richiesta è lo stesso Molinari che, però, non incassa in
silenzio anzi punta l'indice sulla «malsana attenzione da parte del senatore
Morra e dei suoi fanatici sostenitori, che alimentano maldicenze sul mio conto
come su quello di Barbanti». In sostanza la sfiducia sarebbe stata votata la
scorsa notte ma «senza coinvolgere i diretti interessati né gli altri portavoce
del territorio: un mirabile esempio di giustizia sommaria» prosegue
Molinari.
IL
DOCUMENTO - Nel
documento del meet up di Cosenza si legge come «ci lascia attoniti
l’atteggiamento di alcuni portavoce che costantemente si oppongono alla linea
del Movimento 5 Stelle: Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti, negli ultimi
giorni non hanno fatto mancare la loro presenza sulla stampa e lo hanno fatto
esprimendo il loro totale dissenso su quanto democraticamente votato e deciso
sul blog» a proposito del direttorio. Una affermazione che di fatto è il capo
d’accusa che pesa sui due parlamentari calabresi secondo il documento del meet
up M5s di Cosenza. Come se ciò non bastassa il meet up di Cosenza aggiunge che
«è nostra intenzione dissociarci completamente e fermamente da queste
dichiarazioni infamanti e di discredito per il Movimento» e pertanto «alla luce
di quanto dichiarato, ci aspettiamo un atto di coerenza da parte di Barbanti e
Molinari e che, come dichiarato da quest’ultimo, si adeguino al volere della
base. Non riconoscendosi più nel Movimento e nelle scelte da esso intraprese,
facciano un passo indietro rimettendo il loro mandato». Alla base di
questo dissenso, comunque, per la base cosentina del movimento di Grillo ci
sarebbero dei motivi allo stato sostanzialmente «ignoti, nonostante la base
chieda spiegazioni in merito. Probabilmente, in questa fase non è utile
strumentalizzare l’appoggio della base, come invece è successo in passato, allo
scopo di creare tensioni interne al gruppo parlamentare e sul territorio»
mentre «più volte nell’ultimo anno abbiamo cercato occasioni di dialogo, in
particolare con Molinari, che ha sempre evitato il confronto».
LA
DIFESA DI BARBANTI - «Una
votazione di sole 27 persone, un vero e proprio blitz consumatosi nella notte».
Con queste parole il deputato Sebastiano Barbanti contesta la decisione del
meetup di Cosenza per poi aggiungere che «le motivazioni, in realtà, non sono
state nemmeno spiegate pare che il mio peccato originale sia stato chiedere chi
ci sia dietro lo staff. Ma stiamo scherzando? Credo questa sia un’offesa e se
davvero sono queste le motivazioni stiamo scadendo nel ridicolo. E poi c'è
un’altra cosa da mettere in chiaro: i meet-up sono legittimati o meno? Perché
anche questo è da capire. Se sono legittimati solo quando conviene, allora
abbiamo un problema. L'ennesimo. A questo punto vorrei sentire tutto il
M5S Calabria - incalza - perché se è vero che in 27 ci hanno sfiduciato, sono
certo che sono molti, molti di più quelli che ci appoggiano e sono disposti a
fare manovre contrarie. Oltretutto, il documento di sfiducia è stato reso
pubblico 12 ore prima della votazione, un vero e proprio blitz. Un documento
redatto dal nipote del senatore Morra e dalla sua fidanzata. Non voglio pensare
ci sia di mezzo lui, ma certo questa cosa non gli fa onore. Siamo alla faida,
alla guerre tra bande, e io francamente mi tiro fuori».
mader
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