Un
M5S light, con una struttura leggera. Non un partito, sia chiaro. L'assenza di
soldi, grazie al rifiuto dei finanziamenti pubblici, riesce a tenere a bada il
timore più grande: che il Movimento cambi pelle e si trasformi in partito. Si
allenta, inoltre, il divieto di andare in tv. I 5 Stelle hanno bisogno anche
del piccolo schermo per arrivare alla massa e fare breccia. A quanto si
apprende, Gianroberto Casaleggio, nel vertice di oggi a Montecitorio, avrebbe
spiegato ai suoi la svolta in corso. Una strategia illustrata non solo ai 5
membri del 'direttorio', ma anche ai vari parlamentari che lo hanno incontrato
nello studio del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.
Per
ora l'abbozzo della struttura che ha in mente Casaleggio parte proprio dal
direttorio: cinque persone fidatissime -Di Maio, Di Battista, Fico, Sibilia e
Ruocco, da molti già battezzati i 'power rangers' - che Casaleggio e Grillo
hanno voluto indicare senza passare dalla Rete e dall'assemblea. Ma non è da
escludere che la squadra si allarghi, mettendo dentro anche qualche senatore.
Altra
necessità evidente, avrebbe spiegato Casaleggio ai suoi, dare più visibilità al
lavoro svolto sul territorio: l'idea è creare una rete, un sistema di
comunicazione che consenta a sindaci M5S e consiglieri di condividere delibere
e lavoro svolto sul campo. Inoltre, sarebbero state definite le deleghe di Di
Maio e degli altri: stasera verranno comunicate e condivise in assemblea. Una
riunione a cui Casaleggio non prenderà parte: dopo una giornata fitta di
incontri, il guru del Movimento ha deciso di fare ritorno a Milano.
mader
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