Arrabbiato
e deluso, Massimo Artini non è più un
esponente del Movimento Cinque Stelle. Vicepresidente della commissione Difesa,
tra i parlamentari più attivi nel Palazzo e sul territorio, è stato espulso al
termine di un discusso voto in Rete. Ufficialmente paga la mancata restituzione
di settemila euro dallo stipendio da deputato. «Tutte falsità» racconta.
«Ho
restituito oltre sessantamila euro, figuriamoci se il problema sono quei
soldi». Il motivo della sua epurazione è
evidentemente diverso. Artini racconta di essere finito al centro delle
polemiche per aver criticato il metodo ufficiale di rendicontazione degli
stipendi. Probabilmente anche per aver fatto autocritica dopo il magro
risultato elettorale alle Regionali. «Mi si accusa persino di essere stato
troppo presente sul territorio» racconta al telefono quasi incredulo. «Ormai il
Movimento Cinque Stelle per come l’avevamo conosciuto non esiste più – si sfoga
nell’inconfondibile accento toscano – Manca il contraddittorio, un confronto.
L’interesse di chi gestisce il blog è solo fare click, mantenere i 20 milioni
di utenti unici a settimana».
Intanto
in rete gli attivisti approvano la proposta di Grillo, che sarà affiancato da
cinque parlamentari. Un direttorio composto dai deputati Alessandro Di
Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. «E questa
sarebbe democrazia?» alza le spalle Artini. «Li ha scelti lui, dall’alto, come
le liste bloccate».
Eppure,
subito dopo il voto, lei era corso a Marina di Bibbona per incontrare Grillo e
chiedere un confronto in merito alla sua espulsione.
Sì,
sono andato e mi ha ricevuto. Ma è stato un incontro molto deludente. Grillo è
stato irremovibile, convinto di tutte le accuse che gli erano state riferite
dai suoi cerchi magici interni. Non c’è stato modo di discutere. Mi ha detto
che la decisione di far votare in Rete la mia espulsione nasceva dal fatto che
l’assemblea dei parlamentari non avrebbe mai fatto quel tipo di scelta.
Si
parla di 7mila euro mai restituiti però.
Falsità,
tutte storie inventate. In realtà mi si è arrivati ad accusare persino di
essere stato troppo presente sul territorio, di aver creato gruppi troppo
autonomi.
Insisto,
rendere una parte degli stipendi da parlamentare era uno dei primi impegni dei
Cinque Stelle.
Ma
ancora con questi settemila euro? Da quando sono deputato ho reso prima 30mila,
poi 14mila, infine 17mila euro. Basta fare i conti. Se volevo trattenere dei
soldi prendevo 7mila euro? Io pago per aver contestato il metodo di
rendicontazione degli stipendi (la piattaforma tirendiconto.it, ndr).
Lei
ha messo in dubbio anche la consultazione online che ha portato alla sua
espulsione con quasi il 70 per cento dei voti.
A
giudicare dai commenti arrivati sul blog era plausibile anche un altro esito…
ma non voglio fare questi discorsi. Certo, diventa difficile dimostrarlo visto
che non c’è alcuna certificazione di queste votazioni sul blog.
E
in Parlamento qualcuno teme che presto potrebbero arrivare altre espulsioni.
Può
darsi, può essere che ne arriveranno altre. E non solo con la scusa delle
mancate spese da rendicontare. Vedrete, se servirà inventeranno altri pretesti…
Gli
attivisti in Rete dovranno votare anche quelle.
Qui
si sta cercando di trasformare gli attivisti in tanti fan, tutti convinti che
il blog ha sempre ragione. Ormai manca il contraddittorio, manca un confronto.
Nella mente dei mediocri che gestiscono questo blog, e non parlo di Beppe
Grillo, l’interesse è solo fare click. Tenere alta l’attenzione, continuare a
mantenere 20 milioni di utenti unici a settimana.
Alla
Camera com’è la situazione? In queste ore molti deputati si sono pubblicamente
espressi in suo favore.
Molti
deputati sono rattristati. Non so neanche io cosa succederà. Aspettiamo, credo
che la prossima settimana sarà decisiva.
Intanto
la Rete ha approvato con il 91 per cento il nuovo direttorio. I cinque deputati
scelti da Grillo, che si è definito “un po’ stanchino”, per affiancarlo nella
gestione del movimento.
E
così si dimetterà un altro po’ di gente. Ma questa è democrazia? Li ha scelti
lui, dall’alto. È un metodo ributtante, sono come le liste bloccate. Adesso
anche questi cinque faranno un po’ di video, diventeranno anche loro utili per
un buon prodotto editoriale.
Ancora
con la storia del blog.
Ma
io queste cose del blog le dico da un anno e mezzo. Per questo in tanti qui
dentro mi odiano. Dovevate vedere gli sguardi di paura quando ho rischiato di
diventare capogruppo alla Camera.
E
adesso che succede?
Beppe
Grillo il suo l’ha fatto. Temo che il Movimento Cinque Stelle vivacchierà
ancora un po’. E ai deputati che resteranno forse sarà data un po’ più di visibilità.
Con
l’espulsione lei è fuori dal gruppo?
Non
lo so ancora. Per ora sono dentro, io non mi sono dimesso. Ma per me questa
storia ormai è finita. Umanamente sono molto deluso.
mader
Marco Sarti per Linkiesta
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