Cori in suo favore e, in curva
Primavera, uno striscione con scritto: "La legge non è... uguale per
Cucchi". In occasione della partita di campionato contro l'Atalanta, i
tifosi del Torino hanno ricordato così Stefano Cucchi, il giovane geometra
romano arrestato per droga nel 2009 e morto una settimana dopo in ospedale.
Questa settimana sono stati assolti in appello tutti gli imputati per la sua
morte.
Difficile accettare l’idea che
Stefano Cucchi sia morto per cause naturali, con quegli occhi pesti e quel
volto tumefatto (altro che caduta dalle scale…). Ancora più difficile è
giustificare quel che hanno detto il Sap e il Coisp, due sindacati di polizia,
l’uno sostenendo che la sua fine è stata la naturale conseguenza di “una vita
dissoluta” e l’altro chiamando addirittura in causa la sua famiglia come
responsabile della morte.
Il procuratore di Roma Giuseppe
Pignatore che ha testualmente affermato che “la morte è inaccettabile se un
individuo viene affidato allo stato”. Quel ragazzo, arrestato per detenzione di
droga, è stato picchiato e poi affidato alle cure ospedaliere. La sentenza di
primo grado sanciva la colpevolezza dei medici che non l’hanno assistito come
se averlo picchiato fosse un fatto che rientra nella norma della carcerazione.
La Corte d’Appello ha assolto anche i medici, i quali facevano conto
dell’inusuale indisponibilità del soggetto ad alimentarsi.
Dunque si ammette la libera
scelta di morire, e cioè l’eutanasia, con questa assurda sentenza. Viene da
chiedersi come sia accettabile nella nostra Italia che l’on. Giovanardi si
batta contro una legge sul fine vita che giustifichi la sospensione
dell’alimentazione per i malati in stato vegetativo e invece accetti e
giustifichi una morte per mancanza di alimentazione per le persone che sono in
stato di coscienza e vigilanza.
Cioè si ammette che Stefano possa
essere morto, se non per le botte subite, per uno stato di denutrizione in un
ospedale. Questo è veramente assurdo e illogico.
La legge, anche in questo
caso, non è uguale per tutti o per Cucchi…
mader
Fonte: Avanti!
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