A
Grillo le elezioni regionali sono andate malissimo, ulteriore conferma di una
perdita costante di consensi. Nulla di strano, perché il M5S che aveva
suscitato tante speranze e aveva raccolto il voto trasversale della protesta –
così come prima di lui la Lega e Di Pietro – una volta arrivato in Parlamento è
riuscito soltanto a fare le bucce agli scontrini della buvette di Montecitorio
o poco di più. Un flop drammatico, clamoroso legato alla qualità, generalmente
scarsa del personale politico inviato alle Camere, ma soprattutto
all’inesistenza di un progetto politico.
Il
dato dei grillini alle regionali è pessimo, forse peggio di quello del PD.
Senza farsi incantare dalle percentuali, l’M5S rispetto alle europee ha perso
284 mila voti e si è fermato a 159 mila. Insomma ha perso due terzi secchi di
elettorato. In Calabria è andata anche peggio: ha preso 38 mila voti in tutto
perdendone 124 mila. Appena un quarto dell’elettorato ha scelto di rivotare 5
Stelle.
Uno
sprofondo annunciato cui il vertice del movimento grillino cerca di rispondere
distraendo i sostenitori da quanto avvenuto. E per far questo gli va bene
perfino rispolverare l’assassinio di Giacomo Matteotti, al di fuori di
qualunque logica anche temporale visto che Matteotti venne assassinato il 10
giugno del 1924 ed era nato il 22 maggio del 1885. Perché ricordarlo oggi? Boh.
Intervistato
sul Blog di Beppe Grillo, si presta al gioco il
giornalista/storico Arrigo Petacco, a cui è sempre piaciuto rivisitare le
vicende del fascismo cercando di salvare l’insalvabile del ventennio anche a
rischio di addentrarsi su strade non solo sconnesse dal punto di vista storico
quanto su quello logico.
Secondo
Petacco, il povero Matteotti venne rapito dopo un durissimo discorso alla Camera contro Mussolini per
motivi poco chiari e assassinato … per errore. Anzi, addirittura forse ‘contro’
Mussolini, per creargli un problema. Praticamente siamo alla fantastoria, dove
si dimentica come è nato il fascismo, con quali mezzi raggiunse il potere e di
quale violenza abbia dato prova nella scalata allo Stato. Si dimenticano gli
antefatti, la cultura imperante, l’ambiente, le testimonianze e le prove
raccolte nei diversi processi. Una banda di assassini prezzolati, che agivano
in nome e per conto del dittatore, ne esce con un’imputazione da operetta.
Tra
i commenti segnaliamo quello ironico del capogruppo socialista alla Camera.
Dice Marco Di Lello: “Che vantaggio avrebbe avuto Ponzio Pilato a far
crocifiggere Gesù anziché Barabba visto che l’Impero romano era padrone
assoluto della Palestina? E se Cristo invece fosse davvero morto di
raffreddore? Nessuno è così scemo da porre la questione in questi termini
eppure accade qualcosa di simile sul blog di Grillo dove si spinge Arrigo
Petacco a sostenere che Mussolini non era responsabile dell’assassinio di
Matteotti perché … era già padrone dell’Italia.
La
memoria di Matteotti non ha più bisogno di essere difesa da nessuno, tantomeno
da grilli e grillini che nel ’22 avrebbero avuto qualche difficoltà anche a
farsi arruolare nelle squadracce fasciste pure se oggi usano il web come
Mussolini faceva con il manganello e l’olio di ricino. Forse occuperebbero
meglio il loro tempo occupandosi di quello che sta accadendo oggi, come la
frana elettorale del Movimento 5 stelle, – conclude l’esponente socialista – piuttosto
che di fatti lontani e per loro troppo difficili da capire”.
mader
Carlo Correr per Avantionline
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