venerdì 17 ottobre 2014

IL CONTRAPPASSO DI POPULISTI E MANETTARI



I populisti giustizialisti sono non sull’orlo, ma in piena crisi. Di nervi e di missione.


Sclerano in diretta televisiva Santoro e Travaglio anche se, in considerazione della caduta libera di ascolti che subiscono dall’inizio di stagione ‘Servizio pubblico’ e i talk show politici è forte il dubbio che la lite tra le due comari manettare di ieri sera sia stata una sceneggiata messa su allo scopo di cercare di recuperare un po’ di visibilità, soprattutto in rete, per ricordare al pubblico televisivo, in overdose di vaniloqui e urla da Vucciria, che esistono ancora.
 Dopo il flop del Circo Massimo e gli sberleffi dei ragazzi genovesi a “o sciu Grillo”, il M5S sembra aver imboccato definitivamente la strada del “cupio dissolvi”.


Non passa giorno che Dio manda in terra che non giungano notizie di litigi o, più semplicemente cattive notizie come quella arrivata da Bruxelles che racconta della dissoluzione dello stravagante gruppo Grillo/Farage al Parlamento europeo. Un bel guaio per i grillini in trasferta perché il regolamento del PE relega i deputati non iscritti ad una sorta di limbo permanente.


Sarà un film interessante seguire le transumanze dei “cittadini europei” in gruppo o singolarmente in cerca d’autore (e di casa) nell’aula del consesso continentale.


In Italia intanto, l’ineffabile deputato Di Battista, dopo qualche settimana di (apprezzato) silenzio, a seguito della demenziale uscita sulle ragioni dei macellai dell’Isis, ha amabilmente apostrofato il sen. Orellana (quello che un anno fa era candidato di bandiera alla presidenza della repubblica per il M5S) definendolo “un uomo che fa schifo”.


Pochi giorni prima al Circo Massimo, il sempre più inquietante Casaleggio, ben noto per il suo scarso bon ton, aveva invitato i giornalisti a “levarsi dai coglioni” e infine ieri il capo supremo, in evidente debito di argomenti e probabilmente ancora sotto choc dopo la fallita spedizione mediatica genovese, non ha trovato niente di meglio che cacciare, con tanto di gogna telematica, il sindaco grillino di Comacchio Marco Fabbri che oggi piagnucola e strilla contro la deriva “fascista” del Movimento ritenendo forse che chi lo legge o lo ascolta non si ponga la domanda: “ma non lo sapevi prima in che razza di compagnia di giro che ti sei candidato?”


Della considerazione in cui è tenuto dall’inner circle grillista il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è meglio non parlare mentre da San Ferdinando di Rosarno, comune della provincia di Reggio Calabria giunge la notizia del fermo, non certo per un divieto di sosta ma per bazzecole come concorsi esterno in associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni, del consigliere comunale Giovanni Pantano, tra i fondatori nel 2013, del locale meet up.


Non c’è male per un movimento nato e cresciuto issando la bandiera della democrazia orizzontale, della legalità e della trasparenza.


Il contrappasso che sta colpendo populisti e giustizialisti è pesantissimo perché il moltiplicarsi di episodi imbarazzanti e gaffes da dilettanti, la deriva fatta di urla e strepiti contro chi osa accennare a recitare un ruolo diverso da quello di corifeo sta mettendo a nudo da lato un il vuoto di cultura politica che è la cifra che caratterizza il carro di Tespi messo su dal duo Grillo Casaleggio, dall’altro l’usura imbarazzante dei professionisti della legalità alla Travaglio che, uscito Berlusconi dalla comune, appaiono in evidente deficit di argomenti che abbiano sostanza.


Probabilmente l’opinione pubblica sta aprendo gli occhi e sta scoprendo l’altra faccia della medaglia. Anni di chiacchiere degli uni e poco più di un anno di inutile presenza in parlamento degli altri hanno messo a nudo la loro dannosa inutilità.

mader

Emanuele Pecheux per Avanti!

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