I populisti giustizialisti sono non sull’orlo, ma in
piena crisi. Di nervi e di missione.
Sclerano in diretta televisiva Santoro e Travaglio
anche se, in considerazione della caduta libera di ascolti che subiscono
dall’inizio di stagione ‘Servizio pubblico’ e i talk show politici è forte il
dubbio che la lite tra le due comari manettare di ieri sera sia stata una
sceneggiata messa su allo scopo di cercare di recuperare un po’ di visibilità,
soprattutto in rete, per ricordare al pubblico televisivo, in overdose di
vaniloqui e urla da Vucciria, che esistono ancora.
Dopo il flop del Circo Massimo e gli sberleffi dei
ragazzi genovesi a “o sciu Grillo”, il M5S sembra aver imboccato
definitivamente la strada del “cupio dissolvi”.
Non passa giorno che Dio manda in terra che non
giungano notizie di litigi o, più semplicemente cattive notizie come quella
arrivata da Bruxelles che racconta della dissoluzione dello stravagante gruppo
Grillo/Farage al Parlamento europeo. Un bel guaio per i grillini in trasferta
perché il regolamento del PE relega i deputati non iscritti ad una sorta di
limbo permanente.
Sarà un film interessante seguire le transumanze dei
“cittadini europei” in gruppo o singolarmente in cerca d’autore (e di casa)
nell’aula del consesso continentale.
In Italia intanto, l’ineffabile deputato Di Battista,
dopo qualche settimana di (apprezzato) silenzio, a seguito della demenziale
uscita sulle ragioni dei macellai dell’Isis, ha amabilmente apostrofato il sen.
Orellana (quello che un anno fa era candidato di bandiera alla presidenza della
repubblica per il M5S) definendolo “un uomo che fa schifo”.
Pochi giorni prima al Circo Massimo, il sempre più
inquietante Casaleggio, ben noto per il suo scarso bon ton, aveva invitato i
giornalisti a “levarsi dai coglioni” e infine ieri il capo supremo, in evidente
debito di argomenti e probabilmente ancora sotto choc dopo la fallita
spedizione mediatica genovese, non ha trovato niente di meglio che cacciare,
con tanto di gogna telematica, il sindaco grillino di Comacchio Marco Fabbri
che oggi piagnucola e strilla contro la deriva “fascista” del Movimento
ritenendo forse che chi lo legge o lo ascolta non si ponga la domanda: “ma non
lo sapevi prima in che razza di compagnia di giro che ti sei candidato?”
Della considerazione in cui è tenuto dall’inner
circle grillista il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è meglio non
parlare mentre da San Ferdinando di Rosarno, comune della provincia di Reggio
Calabria giunge la notizia del fermo, non certo per un divieto di sosta ma per
bazzecole come concorsi esterno in associazione mafiosa, traffico di droga,
estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni, del consigliere comunale Giovanni
Pantano, tra i fondatori nel 2013, del locale meet up.
Non c’è male per un movimento nato e cresciuto issando
la bandiera della democrazia orizzontale, della legalità e della trasparenza.
Il contrappasso che sta colpendo populisti e
giustizialisti è pesantissimo perché il moltiplicarsi di episodi imbarazzanti e
gaffes da dilettanti, la deriva fatta di urla e strepiti contro chi osa
accennare a recitare un ruolo diverso da quello di corifeo sta mettendo a nudo
da lato un il vuoto di cultura politica che è la cifra che caratterizza il
carro di Tespi messo su dal duo Grillo Casaleggio, dall’altro l’usura imbarazzante
dei professionisti della legalità alla Travaglio che, uscito Berlusconi dalla
comune, appaiono in evidente deficit di argomenti che abbiano sostanza.
Probabilmente l’opinione pubblica sta aprendo gli
occhi e sta scoprendo l’altra faccia della medaglia. Anni di chiacchiere degli
uni e poco più di un anno di inutile presenza in parlamento degli altri hanno
messo a nudo la loro dannosa inutilità.
mader
Emanuele Pecheux per Avanti!
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