martedì 23 settembre 2014

REGGIO CALABRIA, M5S DIVISO SULLA SCELTA DEL CANDIDATO SINDACO



Dopo un anno di diffide, espulsioni, abbandoni e liti tra i cinque meetup della città, il vincitore della selezione online è Vincenzo Giordano. Ma il numero dei partecipanti alle "comunarie" non è stato reso noto. E il criterio scelto è destinato a provocare nuove polemiche.

Alla fine il candidato a sindaco lo hanno scelto, e anche la lista che lo sosterrà. Ma tra liti prima e mugugni poi, il Movimento non ne esce bene. Anzi. I voti ottenuti non sono ancora stati resi noti,  per ora di certo c'è solo che i grillini proporranno alla guida della città Vincenzo Giordano, e che la lista dei candidati consiglieri comunali è composta da 22 persone. Il resto è polemica da una parte e incertezze dall'altra. Le "comunarie" del M5S reggino, insomma, più che unire hanno diviso. Una frattura che si è registrata già diversi mesi addietro, quando i 5 meetup non riuscendo a trovare un punto di sintesi sulla scelta del candidato a sindaco si sono spaccati.

Già le cose non andavano bene in precedenza, e nel corso dell'ultimo anno tra "segnalazioni", "diffide", espulsioni di fatto e abbandoni di militanti storici, il movimento aveva iniziato a perdere pezzi. Al momento di decidere chi li avrebbe portati all'assalto del comune capoluogo, sciolto per infiltrazioni mafiose a ottobre 2012, si è arrivati alla resa dei conti. Con il risultato di tre candidati e tre diverse liste spedite allo staff di Casaleggio e Grillo per chiedere l'investitura ufficiale ed il simbolo. Così la casa madre dei Cinquestelle si è trovata la patata bollente tra le mani. Tre nomi e tre elenchi da benedire tentando di non scontentare nessuno.

Ieri mattina la notizia della "comunarie" aperte agli iscritti certificati chiamati a scegliere democraticamente uno dei tre candidati sindaco e relativi sostenitori. Si insomma un'elezione a liste bloccate, metodo che molti grillini della base vedono come il fumo negli occhi da buoni cultori del metodo delle preferenze. E non a caso sul web è iniziato a girare qualche contestazione più o meno esplicita. Per i più sarebbe stato più giusto fare delle comunarie a cui far partecipare tutti i potenziali candidati per poi, alla fine, candidare a sindaco il più votati e alla carica di consigliere via via gli altri a partire da quelli con maggiore consenso. Al contrario delle liste bloccate che, a prescindere dai vincitori, avrebbero tagliato fuori bravi militanti e persone "preparate". Un sistema molto più meritocratico, anzi l'unico sistema per premiare i grillini più impegnati. Invece niente.

Ma non è tutto, perché già prima c'erano state frizioni pesanti. Inizialmente infatti i tre candidati a essere inseriti come capolista erano Salvatore Serranò, Fabio Foti e Giovanni Belmonte. Poche ore prima delle "comunarie" è arrivato il veto dello staff nazionale che ha rivelato come Serranò fosse stato diffidato "per uso improprio del simbolo" durante alcune uscite pubbliche. Diffidato e dunque incandidabile. Con il rischio che oltre lui sarebbe saltata anche tutto il resto della lista. Qui le versioni si fanno diametralmente opposte. Per i suoi sostenitori qualcuno avrebbe giocato sporco, per i detrattori si tratta di una decisione giusta. Sta di fatto che il gruppo dirigente ci ha messo una pezza offrendo la possibilità al suo meetup di riferimento di fare un secondo nome. Nome, quello di Vincenzo Giordano, che oggi è risultato vincitore alle comunarie.

Da qui i mugugni degli sconfitti a cui questa cosa non è andata giù. Insomma è guerra aperta sul web con accuse incrociate e sfottò vari. Peraltro la lista vincente è composta allo stato di soli 22 candidati consiglieri, mentre il numero dovrebbe essere di 32. Ci sono quindi ancora 10 posti liberi che, a questo punto, non si sa bene se saranno riempiti, da chi e utilizzando quale metodo per la scelta dei nomi. Servirebbero delle comunarie bis, da fare in fretta visto che sabato la lista dovrà essere depositata con allegato tanto di firme.

 mader

Giuseppe Baldessarro per la Repubblica

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