“Le
liste si riempiranno di mafiosi e camorristi. Chi lo impedisce?” Girolamo
Pisano, deputato 5 stelle, non è il tipo che nasconde i suoi timori. Ha provato
a tirarli fuori anche con Beppe Grillo e lo conferma in questa intervista
rilasciata ad Annalisa Cruzzocrea per la Repubblica.
Perché dice così? Come potrebbe
infiltrarsi la malavita nel Movimento?
“Le
regionali saranno organizzate al solito, con una mail che arriva agli iscritti
invitandoli ad avanzare la loro candidatura. Poi ci sarà la votazione on line. L’unico
requisito è inviare i documenti e la fedina penale pulita”.
Un requisito non da poco.
“Ma
senza un filtro di conoscenza del territorio, rapporti, lavoro comune, nessuno
può garantirti che una persona con la fedina penale pulita non sia invece un
malintenzionato. Se io fossi un bel capo camorrista farei iscrivere i miei
familiari sul blog, creerei di fatto una struttura fantasma ufficializzata con
il meet up, e alla fine candiderei qualcuno gestendo direttamente i voti sul
portale. È un meccanismo facilissimo da infiltrare e loro lo sanno”.
Grillo e Casaleggio non
interverrebbero?
“Non
lo saprebbero. Non hanno il controllo del territorio, e lo dimostra quello che
è successo in Sardegna, con il fallimento delle liste che dovevano presentarsi,
o la ‘guerra tra bande’ in Calabria. Il problema è che questo regolamento per
la selezione dei candidati è giusto, perché si propone di abbattere il muro tra
politica e cittadini, ma non è capace di rendere il Movimento impermeabile ad
associazioni criminali o gruppi di interesse. E questo è soprattutto vero in
periferia. A livello comunale, le liste certificate di iscritti attivi sul
territorio è un meccanismo che funziona meglio, e che non passa dal blog”.
Serve una struttura?
“C’è,
ma è assolutamente verticistica. È fatta da Grillo, Casaleggio e dai loro
ufficiali di collegamento. Il cerchio magico. La linea politica sui grandi temi
è decisa dal blog. Sul resto lavoriamo in autonomia, ma è difficile trovare una
linea comune”.
Luigi Di Maio è il nuovo leader?
“È
diventato il nostro rappresentante mediatico, una posizione che si è
guadagnato. Il talento lo ha eletto a un ruolo che non era previsto, ma che è
indispensabile. Dovrebbe essere così anche per gli altri, dovremmo avere un
portavoce sull’economia, uno sulla giustizia, trovare dei meccanismi decisionali
per darci dei ruoli, invece che farli piovere dall’alto creando scontento e
divisioni”.
Diventare un partito?
(Ride) “Siamo su quella strada: il tema è aperto,
difficile, e mette in crisi la nostra identità”.
mader
intervista
di Annalisa Cruzzocrea per la
Repubblica
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