Stilare un catalogo completo e dettagliato delle
ossessioni grilline sarebbe compito arduo. Si va dalle scie chimiche, al
piduismo, dalle grandi macchinazioni globali pluto-finanziarie di
Bilderberg&Soci senza dimenticare qualche perla del complottismo storico
tipo il falso allunaggio o gli americani che si son procurati da soli i danni
dell’11 settembre.
Se c’è però un’ossessione che, ultimamente, sta
diventando più forte delle altre questa è sicuramente quella per la dittatura,
specie fascista. Ed è bizzarro visto che, almeno fino a un paio di mesi
fa, quella di essere un gerarca assoluto era un’accusa rivolta proprio a Beppe.
Oggi invece, vuoi per il leader pentastellato dimezzato, vuoi per un Matteo
Renzi sempre più forte, il bollino di fascista è affibbiato dai grillini al
leader del Pd specie se in accordo col «condannato», o “nano di Arcore”.
L’ultima è un post di ieri sul blog dall’eloquente
titolo “Aridatece il puzzone”. Termine poco lusinghiero riferito, lo
capiamo dalla foto, proprio all’ex dittatore italiano Benito Mussolini.
Lui che, facendo il «colpo di Stato», si comportò esattamente come Renzi
che starebbe cercando di fare «un patto per cambiare la Costituzione
di cui nessuno sa un beneamato cazzo (letterale, ndr) fatto con un pregiudicato.
Ora si vuole eliminare il Senato elettivo inserendovi i gerarchetti locali dei
partiti e una Camera di nominati». Il Duce, scrivono ancora i grillini,
«ebbe più pudore. Non lo chiamò “riforme”». Solo pochi giorni prima
andava in scena l’indecoroso accostamento fra Matteotti e Di Matteo, ovvero fra un omicidio
politico e una riforma delle toghe che – finalmente – inizierebbero a pagare
per i propri errori (e che purtroppo, siamo certi, non vedremo mai).
Ma basta andare indietro di qualche tempo per notare
come, in due occasioni, Grillo agitò lo spettro del fascismo e
addirittura del nazismo riguardo all’Europa. “L’Europa verso il
fascismo”, titolò il 17 novembre scorso e “La Troika e i nuovi fascismi” il 20
ottobre. Ora, siamo i primi a dire che l’Unione, così come concepita, è profondamente illiberale. Di lì a paragonarla con quei regimi
che, negli anni ’30 e ’40 del Novecento, privarono milioni di persone del
diritto alla vita e alla libertà, ce ne passa. Anche perché il rischio, se si guarda più a Est, è scoprire che c’è qualcosa di peggio.
Ma l’articolo più surreale e contraddittorio Beppe lo
fece due anni prima, nell’aprile 2011. Dal titolo “Heil Europa!” il pezzo
conteneva un accorato allarme contro «i nazionalismi» che «stanno
ritornando con la forza di un tempo che sembrava seppellito dalla Storia». E
con chi è che si sono alleati nel 2014? Con tal Nigel Farage che non si può certo dire non
sia nazionalista. E poi dicevano #coerenzi…
mader
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