Il Movimento 5 Stelle, per bocca del deputato Paolo
Romano, ha ottenuto e pubblicato i piani di volo che
riguardano il viaggio del presidente del Consiglio Matteo Renzi da Tirana ad
Aosta, effettuato utilizzando un volo
di Stato che sarebbe stato dirottato a Firenze per caricare la famiglia del
premier.
Romano ha pubblicato anche uno screenshot di una mappa
radar, da cui si può notare immediatamente che qualcosa nella ricostruzione del grillino non quadra: l'aereo del premier
non è infatti un Falcon 900, che ha la sigla F900, come dichiarato dal deputato
a 5 stelle, bensì un Airbus 319, come si nota dalla sigla A319.
I piani di volo sono ancora
più chiari nel dimostrare che l'onorevole Romano mente o non sa di cosa sta parlando, e sperava forse che nessuno si
sarebbe preso la briga di controllare quella giungla di codici, peraltro subito
dopo i bagordi di Capodanno, per giunta in un weekend lungo. Ma quella giungla di codici è in realtà molto
facile da leggere, almeno nelle sue informazioni più basilari.
Ogni piano di volo indica,
tra le molte altre cose, da quale aeroporto un velivolo parte e dove deve
arrivare: partenza e
destinazione sono indicati attraverso codici ICAO, e per la precisione LIMW
indica l'Aeroporto di Aosta, LIRA quello di Roma-Ciampino, LATI quello di
Tirana e infine LIRQ quello di Firenze-Peretola.
Chiarito ciò, è facile ricostruire il viaggio fatto da
Renzi il 30 dicembre leggendo i sei file pubblicati: l'aereo Airbus 319, uno
dei tre utilizzati per i "voli blu", parte (tecnicamente inizia il
rullaggio, l'orario è evidenziato dalla sigla EOBT) da Tirana alle 16:30 e
arriva a Ciampino; alle 18:01 un Falcon 900, un velivolo più piccolo rispetto
all'Airbus 319, parte da Ciampino, destinazione Aosta; alle 19:10 un F900
ritorna a Ciampino.
Altri due file mostrano un F900 che parte da Peretola
e giunge ad Aosta alle 19:29 e sempre un F900 che da Aosta torna a Ciampino: si può presumere che il primo volo riguardi i
familiari di Renzi, che sono sottoposti agli stessi protocolli di sicurezza del
premier. Il sesto file mostra invece il viaggio di andata da Roma a
Tirana.
A dispetto di quanto dichiara Romano, insomma, Renzi non ha dirottato un Airbus 319 da
Tirana a Firenze, bensì è atterrato a Roma, ha cambiato aereo (più piccolo) ed
è andato in vacanza. Questo stando ai piani di volo. La mappa radar,
invece, mostrerebbe un Airbus 319 che parte da Firenze e va ad Aosta, ma lo
stesso deputato parla di un errore nella mappa stessa. Peccato non si accorga
del problemuccio: Renzi parte da Tirana con un Airbus 319 (come dicono i piani
di volo), come avrebbe tale aereo a
"trasformarsi" in un Falcon 900 durante il volo?
C'è poi un'altra questione: si è trattato di uno
spreco? Renzi poteva prendere un treno o andare in macchina fino ad Aosta?
Certo, ma sarebbe costato di più,
perché Renzi avrebbe dovuto muoversi con tutta la scorta per effettuare un
viaggio di durata ben più lunga, utilizzando mezzi (come il treno) o
infrastrutture (come le autostrade) aperte al pubblico. Peraltro, scrive
Aosta Oggi, il volo è stato utilizzato per testare la sicurezza dello scalo in notturna. L'utile
e il dilettevole, insomma.
Se proprio i grillini volevano polemizzare, avrebbero potuto attaccare la solita verve
parolaia del premier, il quale il 18 febbraio scorso, durante le
trattative per la formazione del governo, diceva che «A me la scorta non mi
garba» e che voleva continuare a girare con Giulietta e bicicletta (girando
costantemente senza scorta avrebbe però infranto protocolli di sicurezza,
mettendo a rischio la sua incolumità e non solo, e si suppone che questo abbia
convinto Renzi ad accettare la scorta).
Insomma i grillini hanno
preferito fare l'ennesima brutta figura dettata dalla fretta (e
dall'ignoranza), invece di fermarsi a riflettere. Ma non è finita qui: Romano osa addirittura invocare
il presidente della Repubblica Sandro Pertini, il quale almeno nell'immaginario
collettivo fu un buon presidente, ma usava
le risorse dello Stato in modo piuttosto allegro.
Nel 1984 spedì un elicottero dei
Carabinieri a prelevare a Cortina la sua amica Dianne Feinstein, sindaco di San
Francisco; Giorgio Bocca, inoltre, affermava nel suo libro
"Il Provinciale" (pag. 236) che Pertini gli inviò un messaggio da Roma a Milano "utilizzando"
un maresciallo dei Carabinieri in motocicletta. Ma cosa sono seicento chilometri
per un Carabiniere?
Forse è il caso di parlare di meno e studiare di più.
Ma questo non vale solo per i grillini.
(Ah, probabilmente Paolo Romano e il controllore di
volo [o comunque quello che gli ha fornito tali informazioni] hanno commesso qualche
reato. Ma è un dettaglio che non fa ridere, e lo aggiungiamo solo per dovere di
completezza).
mader
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