Era
inevitabile che accadesse, ma certo sentir parlare Matteo Salvini, segretario della Lega Nord
ricordata soprattutto per la battaglia secessionista, di
"errori del passato" e del suo "aver cambiato idea sui
meridionali" fa una certa impressione. Come detto, però, tutto questo era
inevitabile, dal momento che il nuovo obiettivo di Salvini va ben oltre i
confini della Padania e si estende in tutta Italia. Un progetto che per il
momento è stato soprannominato Front National italiano e che per partire attende di fatto
solo il lancio ufficiale della Lega dei Popoli, ovvero la controparte meridionalista della
Lega Nord.
Ma che cosa ha detto per la precisione Salvini? "Ho cambiato idea sui meridionali, probabilmente prima li conoscevo poco, ho è abbiamo fatto degli errori”, queste le parole del segretario a Rtl. Parole che lasciano un po' perplessi: "Li conoscevo poco"? Ma come, un partito che per quasi trent'anni si è basato sulle accuse a chi abita nel mezzogiorno d'Italia (fannulloni, assistenzialisti, hanno la mafia perché non fanno nulla per ribellarsi) di colpo scopre che non li conosceva bene? E allora su che cosa basavano le loro accuse, sul sentito dire? Ma sicuramente la gravità, la superficialità delle affermazioni di Salvini passerà in secondo piano ora che il segretario del Carroccio è in rampa di lancio per diventare il contraltare nazionale di Marine Le Pen, in un cartello elettorale che vedrà coinvolti anche i Fratelli d'Italia e CasaPound.
Alleati
nazionalisti per i quali è indispensabile il mea culpa
salviniano per proseguire nei progetti di un'estrema destra
dalle ambizioni sconfinate: "Sono stra convinto che l’Italia o si salva
tutta, da Nord a Sud o non ce n’è per nessuno. L’emergenza è nazionale, la
disoccupazione è tale a Milano come a Taranto, Lecce e Catania". Tutta l'Italia si deve salvare, non esiste più la
possibilità di dividersi a metà per salvare la parte "sana"
abbandonando al suo destino la parte "marcia". Tanto, ormai, il
nemico numero uno dei populismi è uguale per tutti: l'Europa dei tecnocrati e
l'euro, da abbandonare il prima possibile.
Quello
che ancora resta da capire è come vivranno questa giravolta a suo modo storica i leghisti di vecchio corso,
quelli che hanno passato la vita a urlare "Roma ladrona" (slogan che
per certi versi può comunque ancora tornare utile) e a dare contro ai
"terroni". Quelli che ogni attendevano in trepidazione che l'acqua
sacra del Po venisse raccolta nell'ampolla dal druido Umberto Bossi. Ma visto
il successo che, stando ai sondaggi politici - la "nuova Lega" di Salvini sta
raccogliendo, è facile immaginare che il problema dei vecchi leghisti non sia
all'ordine del giorno.
mader
Andrea Signorelli per Polisblog
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