martedì 9 dicembre 2014

IL TRIPLO CARPIATO DI SALVINI SULLA MERKEL



Quando diciamo che Matteo Salvini è lo speculare perfetto di Matteo Renzi, ci pare una ricognizione sulla realtà, prima ancora che un giudizio politico. Il “Matteo giusto”, così come l’ “altro Matteo” (è il consueto linguaggio padano ritagliato sul culto del Capo, anzi del Capitano) è anzitutto un sublime cazzeggiatore, un ospite postmoderno da talk show, prima che un politico, che ha un rapporto coerentemente precario con la verità.

Prendasi dichiarazione odierna a favore di Frau Merkel. Un triplo carpiato del pensiero impraticabile per un novellino del circo mediatico, ma Salvini lo fa sembrare ovvio. “La Merkel ha ragione quando dice che il governo Renzi non ha fatto un accidente. Il semestre europeo di presidenza italiana si chiude con il nulla”. A parte che Salvini contesta la Merkel anche quando sciorina tautologie, del tipo il sole sorge, l’acqua è bagnata, il debito pubblico italiano è un tantino fuori controllo. Un po’ inverosimile, che abbia ragione l’unica volta che fa comodo al Capitano. A parte che sul semestre europeo il segretario della Lega si è sempre fatto, giustamente, delle grasse risate, giudicandolo per quello che è: un rito acefalo da Politburo eurocratico. A parte l’improvviso venir meno dell’ “interesse nazionale” (che il leader di quello che fu un partito indipendentista e federalista sbandiera in ogni dove) di fronte al nemico teutonico (che è tale, ma non coi connotati metafisici e autoassolutori che assume nell’attuale narrativa del Carroccio).

A parte tutto questo, mi rendo conto di essere noioso, è molto più divertente e appagante parlare di effetto Salvini su Facebook, però qui c’è una lievissima contorsione politica, una insignificante violazione del principio di non contraddizione, che sarà démodé, ma rimane l’unico gancio a cui appendere discorsi sensati. Merkel ha ragione nel suo rimbrotto a Renzi, dice il Capitano. Cosa rimprovera Merkel a Renzi? Sostanzialmente, le riforme non fatte, che per uscire dall’ipocrisia generalista di rito eurocratico sono: abbattimento palpabile del debito, intervento drastico sulla Spesa, dimagrimento delle mangiatoie statali e para-statali. Rimessa non dico in sesto totale, ma almeno parzialmente in piedi dell’azienda-Italia. Che poi la Cancelliera articoli il discorso sopra la consueta miopia, ovvero in nome dell’austerità contabile e non in quello della ripartenza di individui, famiglie e imprese, è altra cosa nota: a lei interessa il risultato di bilancio, se la scorciatoia per raggiungerlo nell’irriformabile sistema italico son nuove tasse, si faccia. È per questo che a noi non piace, perché è una dirigista del rigore e non una liberatoria rivoluzionaria thatcheriana, ma il punto qui sta altrove, ed è un problema tutto del Matteo giusto. Perché se la Merkel ha ragione contro Renzi, come dice Salvini, vuol dire che l’Italia ha bisogno delle riforme chieste dalla Merkel, al contrario di quel che dice Salvini. Se oggi bisogna applaudire alla Cancelliera, come dice Salvini, vuol dire che lei può permettersi di intervenire sulle faccende italiane, che va ascoltata e che a volte lo pseudo-riformismo germanico è meglio dello sbraco italiota in nome della “sovranità“, al contrario di quel che dice Salvini. O forse, banalmente, dopo aver copiato da altri, leggi Flavio Tosi, l’idea di nazionalizzare la Lega e gettare un’Opa sull’intero centrodestra, oggi il Matteo giusto travasa dal sindaco di Verona anche l’agenda di politica estera, per cui se ci commissariano, spesso, è colpa nostra, che non facciamo le riforme liberiste del caso. Sarebbe un’ottima notizia, però poi a Casa Pound lo spiega lui.

mader


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