Quando
diciamo che Matteo Salvini è lo speculare perfetto di Matteo Renzi, ci pare una ricognizione sulla
realtà, prima ancora che un giudizio politico. Il “Matteo giusto”, così come l’
“altro Matteo” (è il consueto linguaggio padano ritagliato sul culto del Capo,
anzi del Capitano) è anzitutto un
sublime cazzeggiatore, un ospite postmoderno da talk show, prima che un
politico, che ha un rapporto coerentemente precario con la verità.
Prendasi
dichiarazione odierna a favore di Frau Merkel. Un
triplo carpiato del pensiero impraticabile per un novellino del circo
mediatico, ma Salvini lo fa sembrare ovvio. “La Merkel ha ragione quando dice
che il governo Renzi non ha fatto un accidente. Il semestre europeo di presidenza italiana si chiude con il
nulla”. A parte che Salvini contesta la Merkel anche quando sciorina
tautologie, del tipo il sole sorge, l’acqua è bagnata, il debito pubblico italiano è un tantino fuori controllo. Un
po’ inverosimile, che abbia ragione l’unica volta che fa comodo al Capitano. A
parte che sul semestre europeo il segretario della Lega si è sempre fatto,
giustamente, delle grasse risate, giudicandolo per quello che è: un rito
acefalo da Politburo eurocratico. A
parte l’improvviso venir meno dell’ “interesse nazionale”
(che il leader di quello che fu un partito indipendentista e federalista
sbandiera in ogni dove) di fronte al nemico teutonico (che è tale, ma non coi
connotati metafisici e autoassolutori che assume nell’attuale narrativa del
Carroccio).
A
parte tutto questo, mi rendo conto di essere noioso, è molto più divertente e
appagante parlare di effetto Salvini su Facebook, però qui c’è una lievissima
contorsione politica, una insignificante violazione del principio di non contraddizione, che sarà démodé, ma
rimane l’unico gancio a cui appendere discorsi sensati. Merkel ha ragione nel
suo rimbrotto a Renzi, dice il Capitano. Cosa rimprovera Merkel a Renzi?
Sostanzialmente, le riforme non
fatte, che per uscire dall’ipocrisia generalista di rito eurocratico sono:
abbattimento palpabile del debito, intervento drastico sulla Spesa,
dimagrimento delle mangiatoie statali e para-statali. Rimessa non dico in sesto
totale, ma almeno parzialmente in piedi dell’azienda-Italia.
Che poi la Cancelliera articoli il discorso sopra la consueta miopia, ovvero in
nome dell’austerità contabile e non in quello della ripartenza di
individui, famiglie e imprese, è altra cosa nota: a lei interessa il risultato
di bilancio, se la scorciatoia per raggiungerlo nell’irriformabile sistema
italico son nuove tasse, si faccia. È per
questo che a noi non piace, perché è una dirigista del rigore e non una
liberatoria rivoluzionaria thatcheriana, ma il punto qui sta altrove, ed è un
problema tutto del Matteo giusto. Perché se la Merkel ha ragione contro Renzi,
come dice Salvini, vuol dire che l’Italia ha bisogno delle riforme chieste
dalla Merkel, al contrario di quel che dice Salvini. Se oggi bisogna applaudire
alla Cancelliera, come dice Salvini, vuol dire che lei può permettersi di
intervenire sulle faccende italiane, che va ascoltata e che a volte lo
pseudo-riformismo germanico è meglio dello sbraco italiota in nome della “sovranità“, al contrario di quel che dice Salvini. O
forse, banalmente, dopo aver copiato da altri, leggi Flavio Tosi, l’idea di nazionalizzare
la Lega e gettare un’Opa sull’intero centrodestra, oggi il Matteo giusto travasa dal sindaco
di Verona anche l’agenda di politica estera, per cui se ci commissariano, spesso, è colpa
nostra, che non facciamo le riforme liberiste del caso. Sarebbe
un’ottima notizia, però poi a Casa Pound lo spiega lui.
mader
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