Doveva
essere la festa dell’unità
2.0 del Movimento e non partito di Beppe Grillo, l’occasione
per ribadire nuovamente la forza di chi ne fa parte e lo alimenta. Sarebbe
meglio dire che avrebbe dovuto essere molte cose, anche un successo, e invece
sembra che nella realtà le cose non siano andate proprio così.
La
parola che ricorreva alle soglie del giorno inaugurale della festa al Circo Massimo era
“polemiche”. Prima per i permessi, chiesti a luglio e diventati uno stillicidio
fino al 12 settembre. Poi il valzer delle sedie dello staff del settore
comunicazione a Bruxelles con il benservito inflitto a Claudio Messora.
Per
non parlare delle uscite poco simpatiche del sindaco di Parma Pizzarotti: “Quando c’è da scegliere tra cittadino
e politica scelgo il cittadino, e penso sia condivisibile da tutti. Il momento
in cui ci troviamo predispone all’astio, se non sei con me sei contro di me”
così ha dichiarato alla trasmissione di Rai Tre Agorà.
Poi
il peso sempre più rilevante di Di
Maio nel Movimento. E l’atmosfera di transizione che si
respira. C’è chi parla di un bivio, di un punto di ri partenza che dovrebbe
accendersi ora dopo l’insuccesso
alle europee.
L’entusiasmo poi tanto
sbandierato scoppia come una bolla di sapone non appena Grillo esce di scena
dopo la sua prima apparizione: la piazza del Circo Massimo riduce i suoi
partecipanti nonostante la chiusura della serata fosse prevista per le ore 23.
mader
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