giovedì 16 ottobre 2014

GRILLO PERDE L’EUROGRUPPO



Dopo l’ascesa degli ultimi anni, Beppe Grillo e il suo Movimento sono in caduta libera. Dopo le continua defezioni, il flop al Circo Massimo e le contestazioni nella sua Genova arriva una nuova grana per Beppe Grillo.

È arrivato stamattina l’annuncio che l’EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta), nel Parlamento europeo grazie allo sposalizio Grillo-Farage in Europa, è stato dichiarato “sciolto”. In pieno stile pentastellato, e non solo, è stato annunciato con un tweet da Jaume Duch, portavoce del Parlamento europeo: “L’eurodeputata lettone Iveta Grigule ha lasciato il gruppo Efdd oggi. L’Efdd non ha più membri di almeno sette Paesi, dunque oggi è stato dichiarato disciolto”. È stata proprio la fuoriuscita di una eurodeputata lettone, Iveta Grigule, che ha fatto venir meno il requisito fondamentale della rappresentatività: ogni gruppo, per essere regolarmente costituito, dev’essere formato da parlamentari provenienti da almeno 7 diversi Stati membri. In questo modo perdendo lo status di gruppo, l’Efdd perde fondi, gran parte del minutaggio per intervenire nei dibattiti e la presenza nelle commissioni.

Fin da subito, però, numerosi pentastellati avevano espresso grande perplessità sull’alleanza con un partito, l’UKIP, un Partito di estrema destra e con un programma economico diametralmente opposto a quello del Movimento, tutto incentrato sul liberismo selvaggio e sullo sfruttamento delle risorse naturali. In comune con il Partito di Farage però restano i sentimenti antieuropeisti. Molto più pertinente e conforme al programma politico del M5S (no trivellazioni, no inceneritori) sarebbe stata un’alleanza con il gruppo dei Verdi.

La consultazione, tenutasi sul blog di Grillo, metteva gli attivisti davanti a una triplice scelta: EFDD, ECR (il gruppo di David Cameron e dei conservatori inglesi) e i non iscritti, il risultato è stato quello di vedere una ridotta base grillina (meno di 30mila i votanti) scegliere con una larghissima maggioranza (78%) l’alleanza con il partito nazionalista britannico. La votazione è stata contestata dalla base, ma il Movimento “ha tirato dritto” e a destra.

Nonostante il connubio Grillo-Farage non fosse mai stato guardato di buon occhio dai militanti la criticità della situazione è elevata: se già con un gruppo abbastanza nutrito il M5S è emarginato (vedasi presidenza della delegazione UE-Australia soffiata in extremis ai grillini), figuriamoci senza.

Proprio per questo in queste ore c’è stata una riunione d’emergenza degli eurodeputati. In Italia non va meglio, iera è stata sfiorata la rissa tra due parlamentari torinesi del M5S nell’auletta di Montecitorio. Protagonisti di un acceso battibecco, il neo capogruppo al Senato Alberto Airola che, a margine dell’assemblea congiunta mai iniziata per mancanza di numeri, ha attaccato la deputata Eleonora Bechis per questioni legate al territorio. Gli insulti sono proseguiti su Facebook, ma ci è mancato poco che si arrivasse alle mani.
 
Il Movimento sempre più propenso a distruggere che a creare, sta sperimentando sulla propria pelle la strategia dello “scontro permanente”.

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Maria Teresa Olivieri per Avanti!

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