"Ora che l’emergenza post-alluvione è in corso di
superamento -si legge in
una nota di Nicola Dall'Olio, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale- ci
si può domandare se quell’emergenza è stata gestita al meglio, soprattutto
nelle fasi iniziali di allerta e di allarme. Molti cittadini e operatori
dei presidi socio-sanitari allagati si sono lamentati del ritardo con cui è
stato comunicato l’arrivo dell’onda di piena. Da Marzolara a Parma il colmo di
piena impiega più di due ore. Alle 13 si sapeva già di precipitazioni
eccezionali in Val Parma e Val Baganza e di esondazioni a Calestano e più a
valle.
C’era quindi il tempo di
avvertire per portare in zone più elevate autovetture, attrezzature e mobili e
ridurre i rischi per le persone. La Protezione Civile regionale ha emanato alle 14 a tutti gli enti un
comunicato di pre-allerta alluvione, l’allarme vero e proprio, con successivo
dispiegamento della Polizia Municipale per chiudere le strade e evacuare le
zone a rischio di esondazione, è arrivato alle 16.00 quando ormai l’acqua stava
per uscire dagli argini e rimaneva solo il tempo per mettere in sicurezza le
persone. Perché questo ritardo?
Le ragioni sono purtroppo quelle tipiche italiane che
emergono sempre durante questi avvenimenti: mancanza di coordinamento,
frammentazione di competenze, carenza di risorse per monitoraggio e
manutenzione. Sembra incredibile ma nonostante si sappia che il principale
rischio idraulico per la città è rappresentato da una possibile concomitanza
delle piene del Torrente Parma e del Torrente Baganza, la competenza
per la gestione idraulica dei due torrenti non è unitaria, ma divisa fra due
enti: AIPO, (Agenzia Interregionale fiume Po) per il torrente Parma, Regione,
attraverso il Servizio Tecnico di Bacino, per il torrente Baganza. E’ una
separazione che ha pesato molto nella mancata allerta. Mentre infatti AIPO
dispone di un servizio di monitoraggio delle piene, dovendo anche gestire la
cassa di espansione sul torrente Parma, il Servizio Tecnico di Bacino non ce
l’ha.
La Provincia aveva a suo tempo realizzato una rete di
stazioni idrometriche per misurare in tempo reale la portata del torrente Parma
e del torrente Baganza da monte fino alla città, ma tale rete di monitoraggio è
ferma dal 2011.
La Provincia non ha infatti ceduto le stazioni ad ARPA, il
centro funzionale che dovrebbe raccogliere in modo unitario i dati idrometrici
e meteorologici per tutti gli enti, ed è stata poi costretta ad interrompere il
rilevamento per mancanza di risorse, sia per la manutenzione degli idrometri
che per la trasmissione via telefono dei dati. Si è creato quindi un “buco”
informativo e di competenze sul Torrente Baganza che non ha aiutato a
prevedere, con tempismo e precisione, ora di arrivo e portata della piena. Per
fortuna questo non è avvenuto sul Torrente Parma dove il sistema di
gestione della cassa di espansione ha funzionato perfettamente salvando la
città da un disastro ben maggiore.
In questo quadro anche il Comune, in particolare il
Sindaco che è per legge l’autorità di Protezione Civile, ha le sue
responsabilità. Responsabilità che partono da lontano, da una totale
sottovalutazione, per non dire ignoranza, di quanto attiene la protezione
civile e la gestione del rischio. Non solo Pizzarotti in due anni e mezzo non si è mai interessato della
cassa di espansione del T. Baganza, nonostante l’opera sia
prevista all’interno del territorio comunale, ma non ha nemmeno mai individuato
chiaramente all’interno della sua Giunta, dandogli adeguato rilievo, una delega
per la protezione civile. Basta dare un’occhiata sul sito per scoprire che
nessun assessore ha esplicitamente una delega alla protezione civile.
Tutto questo ha portato a non affrontare i nodi
critici rimasti in sospeso (come la cassa di espansione) e a trascurare le
attività informative e le procedure di allerta da attivare con la popolazione.
Molta retorica si è fatta sulla partecipazione, ma non si ricorda un solo
incontro di quartiere, un solo opuscolo od iniziativa per informare i cittadini
sui rischi che sussistono nei loro luoghi di residenza e di lavoro e su come
muoversi e comportarsi in caso di emergenza. Non sorprende quindi che quando
alle 14.00 è arrivata l’allerta della protezione civile regionale, il Comune
l’abbia del tutto sottovalutata e non si sia prodigato per diramarla per tempo
alla popolazione interessata che, in ogni caso, non disponeva di istruzioni e
automatismi sui comportamenti da tenere.
„Come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte in passato, l’inadeguatezza e l’improvvisazione al governo hanno un costo, costo pesante che si fa ancora più sentire quando si affrontano situazioni critiche che hanno a che fare con la sicurezza dei cittadini. Non bastano infatti i tweet, le video interviste e i post su facebook per amministrare una città e gestire l’emergenza.“
mader
Nessun commento:
Posta un commento