I consiglieri del Pd di Livorno:
«Preoccupati per il futuro della città, il Meet Up ha più potere del consiglio
comunale...»
«Ho
visto il video registrato dal sindaco sul blog di Grillo: non sopporto che
parli di sistema clientelare, in questa città non è mai stato arrestato un
sindaco, ci sono persone per bene e corrette. Non accetto che si infanghino 70
anni di storia: chi è arrivato ora abbia la decenza di dimostrare cosa sa fare,
avere vinto le elezioni non li autorizza a parlare così...». Sono passati cento
giorni di amministrazione a cinque stelle guidata da Filippo Nogarin. E per la
prima volta dalla batosta elettorale, i consiglieri del Pd e il capogruppo
Marco Ruggeri si siedono di fronte ai giornalisti e fanno le pulci ai grillini.
«Non vogliamo fare i puntigliosi analizzando ciò che è stato o non è stato
fatto – chiarisce subito Ruggeri, dopo avere ricordato il prof Vizzoni, appena
scomparso – vorremmo però capire cosa succede dopo i primi cento giorni, perché
per ora abbiamo visto ben poco. Il rischio è che con l'impostazione data ci si
occupi delle piccole cose e non si dia un futuro a Livorno. Cambiare le cose è
legittimo, sfare tutto senza prospettive è un delitto».
Così
Ruggeri (che in un passaggio, sorridendo, si lascia scappare che «avrei fatto
meglio»), dice la frase che non passerà inosservata al sindaco e al M5S:
«Abbiamo avvertito un'amministrazione chiusa, dove un fantomatico Meet Up ha
più potere del consiglio comunale e dei cittadini». «C'era bisogno di riunire
gli stati generali della città, come aveva proposto Cannito», invece,
«l'approccio è stato quello delle vecchie segreterie di partito».
Il
tono della voce del capogruppo non cambia. Il tono della discussione sale. «La
vicesindaco si è messa ad elencare il numero di persone ricevute, le ore di
lavoro fatte... Non metto in dubbio la quantità di lavoro degli assessori, ma
la produttività». Perché, «al di là degli annunci, i primi atti sono stati il
continuo naturale delle scelte fatte dall'amministrazione precedente». Sul
Caprilli, «salvo ridurre da tre a un anno il bando e concordare con Alfea lo
spostamento del ricorso, è stato seguito il percorso tracciato da Cosimi, anche
rispetto alla salvaguardia del lavoro. Anzi, si sono dimenticati di un
lavoratore». Mentre per la ristrutturazione delle piscine «tutto nasce da un
avanzo di amministrazione fatto da Cosimi e Nebbiai: quanto alle penali, è
stato applicato il codice degli appalti, non si sono inventati niente». Qui
Ruggeri apre una parentesi polemica: «Il sindaco rivendica l'utilizzo di
materiali ecocompatibili, ma non mi risulta che ci sia stata una commissione di
esperti che lo ha certificato». Insomma: 1) «le cose fatte fino a oggi sono
l'applicazione di quanto già deciso dalla giunta Cosimi, con soldi già trovati»
e «un'amministrazione si misura quando è lei a trovare i soldi»; 2) «sono state
inaugurate opere fatte da altri e non si è avuto nemmeno il buon gusto di
dirlo». Eppure anche Ruggeri in campagna elettorale aveva puntato tutto sul
“punto e a capo”. «Ma una cosa – controbatte – è il punto e a capo politico,
un’altra il rispetto per istituzioni e persone».
«Finora
sono stati fatti tanti selfie, conferenze stampa, ma di atti in consiglio se ne
sono visti pochi». Così Ruggeri torna a criticare l'assunzione di 6 educatrici
e di tre vigili («una sciocchezza, si doveva chiudere la partita delle
educatrici, assumendole tutte, e non essere prigionieri dei dirigenti»). E
chiede al sindaco di fare chiarezza su tre grandi partite: Aamps (lunedì in
consiglio comunale il Pd presenterà un atto su cooplat), ospedale e porto.
Primo
punto: il sindaco «ha annunciato che non si farà la terza linea
dell'inceneritore e che forse si spegnerà la seconda: deve metterlo per scritto
e dire come ripiana il bilancio Aamps. Poi vuole anche uscire da Reti ambiente?
Porterà questa azienda alla distruzione, all'Ato rifiuti aspettano ancora le
lettere rispetto alle dichiarazioni fatte...». Poi la stoccata ai vertici
Aamps: «Non avrei mai confermato il direttore», e come presidente è stato
nominato «un politico, mai eletto, che aveva un reddito nullo». Quindi il
delicato capitolo ospedale: «Hanno fatto tanti discorsi, ma non c'è ancora un
atto, se non vogliono fare il nuovo ospedale devono disdire l'accordo di
programma con la Regione». E il Comune «deve restituire i 3,5 milioni su 15 che
ha già incassato per la viabilità». Senza contare che «il Pascoli aveva avuto
una proroga di tre anni in vista del trasferimento e ora ci sono 5 milioni di
lavori da fare». Nogarin, chiosa, «si barcamena in maniera astuta fra ristrutturazione
e piano Mariotti, ci dica cosa vuole fare», anche perché «il Piano Mariotti
prevedeva la demolizione di tre padiglioni, già bocciata dalla Soprintendenza».
Ruggeri torna alla proposta fatta dal governatore Rossi: attivare la legge
regionale sulla partecipazione fino anche al referendum. «Se mandato popolare
c'è stato, è stato sul no a Montenero, non sul no a un nuovo ospedale. Sono
colpito che il sindaco abbia detto no a Rossi: è la prima volta che sento
un'amministrazione grillina contraria alla partecipazione. Non c'è motivo di
non aprire la discussione in città. Questa risposta violenta è segno di
debolezza: il "no perché no" non serve alla città, noi abbiamo già
picchiato la testa sul "sì perché sì”». Ma intanto l’urgenza delle urgenze
è il porto: «Siamo preoccupati per il Prg portuale, riaprire la procedura vuol
dire far perdere al nostro porto altri tre o quattro anni».
mader
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