domenica 28 settembre 2014

LIVORNO: I PRIMI CENTO GIORNI DEL SINDACO M5S? TANTI SELFIE E POCHI ATTI


I consiglieri del Pd di Livorno: «Preoccupati per il futuro della città, il Meet Up ha più potere del consiglio comunale...»
«Ho visto il video registrato dal sindaco sul blog di Grillo: non sopporto che parli di sistema clientelare, in questa città non è mai stato arrestato un sindaco, ci sono persone per bene e corrette. Non accetto che si infanghino 70 anni di storia: chi è arrivato ora abbia la decenza di dimostrare cosa sa fare, avere vinto le elezioni non li autorizza a parlare così...». Sono passati cento giorni di amministrazione a cinque stelle guidata da Filippo Nogarin. E per la prima volta dalla batosta elettorale, i consiglieri del Pd e il capogruppo Marco Ruggeri si siedono di fronte ai giornalisti e fanno le pulci ai grillini. «Non vogliamo fare i puntigliosi analizzando ciò che è stato o non è stato fatto – chiarisce subito Ruggeri, dopo avere ricordato il prof Vizzoni, appena scomparso – vorremmo però capire cosa succede dopo i primi cento giorni, perché per ora abbiamo visto ben poco. Il rischio è che con l'impostazione data ci si occupi delle piccole cose e non si dia un futuro a Livorno. Cambiare le cose è legittimo, sfare tutto senza prospettive è un delitto».


Così Ruggeri (che in un passaggio, sorridendo, si lascia scappare che «avrei fatto meglio»), dice la frase che non passerà inosservata al sindaco e al M5S: «Abbiamo avvertito un'amministrazione chiusa, dove un fantomatico Meet Up ha più potere del consiglio comunale e dei cittadini». «C'era bisogno di riunire gli stati generali della città, come aveva proposto Cannito», invece, «l'approccio è stato quello delle vecchie segreterie di partito».


Il tono della voce del capogruppo non cambia. Il tono della discussione sale. «La vicesindaco si è messa ad elencare il numero di persone ricevute, le ore di lavoro fatte... Non metto in dubbio la quantità di lavoro degli assessori, ma la produttività». Perché, «al di là degli annunci, i primi atti sono stati il continuo naturale delle scelte fatte dall'amministrazione precedente». Sul Caprilli, «salvo ridurre da tre a un anno il bando e concordare con Alfea lo spostamento del ricorso, è stato seguito il percorso tracciato da Cosimi, anche rispetto alla salvaguardia del lavoro. Anzi, si sono dimenticati di un lavoratore». Mentre per la ristrutturazione delle piscine «tutto nasce da un avanzo di amministrazione fatto da Cosimi e Nebbiai: quanto alle penali, è stato applicato il codice degli appalti, non si sono inventati niente». Qui Ruggeri apre una parentesi polemica: «Il sindaco rivendica l'utilizzo di materiali ecocompatibili, ma non mi risulta che ci sia stata una commissione di esperti che lo ha certificato». Insomma: 1) «le cose fatte fino a oggi sono l'applicazione di quanto già deciso dalla giunta Cosimi, con soldi già trovati» e «un'amministrazione si misura quando è lei a trovare i soldi»; 2) «sono state inaugurate opere fatte da altri e non si è avuto nemmeno il buon gusto di dirlo». Eppure anche Ruggeri in campagna elettorale aveva puntato tutto sul “punto e a capo”. «Ma una cosa – controbatte – è il punto e a capo politico, un’altra il rispetto per istituzioni e persone».


«Finora sono stati fatti tanti selfie, conferenze stampa, ma di atti in consiglio se ne sono visti pochi». Così Ruggeri torna a criticare l'assunzione di 6 educatrici e di tre vigili («una sciocchezza, si doveva chiudere la partita delle educatrici, assumendole tutte, e non essere prigionieri dei dirigenti»). E chiede al sindaco di fare chiarezza su tre grandi partite: Aamps (lunedì in consiglio comunale il Pd presenterà un atto su cooplat), ospedale e porto.


Primo punto: il sindaco «ha annunciato che non si farà la terza linea dell'inceneritore e che forse si spegnerà la seconda: deve metterlo per scritto e dire come ripiana il bilancio Aamps. Poi vuole anche uscire da Reti ambiente? Porterà questa azienda alla distruzione, all'Ato rifiuti aspettano ancora le lettere rispetto alle dichiarazioni fatte...». Poi la stoccata ai vertici Aamps: «Non avrei mai confermato il direttore», e come presidente è stato nominato «un politico, mai eletto, che aveva un reddito nullo». Quindi il delicato capitolo ospedale: «Hanno fatto tanti discorsi, ma non c'è ancora un atto, se non vogliono fare il nuovo ospedale devono disdire l'accordo di programma con la Regione». E il Comune «deve restituire i 3,5 milioni su 15 che ha già incassato per la viabilità». Senza contare che «il Pascoli aveva avuto una proroga di tre anni in vista del trasferimento e ora ci sono 5 milioni di lavori da fare». Nogarin, chiosa, «si barcamena in maniera astuta fra ristrutturazione e piano Mariotti, ci dica cosa vuole fare», anche perché «il Piano Mariotti prevedeva la demolizione di tre padiglioni, già bocciata dalla Soprintendenza». Ruggeri torna alla proposta fatta dal governatore Rossi: attivare la legge regionale sulla partecipazione fino anche al referendum. «Se mandato popolare c'è stato, è stato sul no a Montenero, non sul no a un nuovo ospedale. Sono colpito che il sindaco abbia detto no a Rossi: è la prima volta che sento un'amministrazione grillina contraria alla partecipazione. Non c'è motivo di non aprire la discussione in città. Questa risposta violenta è segno di debolezza: il "no perché no" non serve alla città, noi abbiamo già picchiato la testa sul "sì perché sì”». Ma intanto l’urgenza delle urgenze è il porto: «Siamo preoccupati per il Prg portuale, riaprire la procedura vuol dire far perdere al nostro porto altri tre o quattro anni».

mader

Juna Goti per Il Ttirreno


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