Scoppia la guerra europea tra i grillini per un seggio a Bruxelles.
Lo scorso 18 luglio è stato presentato al tar del Lazio un ricorso per
l’annullamento dell’elezione di Marco Zullo al Parlamento Europeo
in favore della prima pentastellata non eletta nella Circoscrizione Italia Nord
Orientale, Giulia Gibertoni.
Se non si trattasse del Movimento 5 stelle sarebbe una cosa
normalissima, il primo dei non eletti che ritiene sbagliato il conteggio delle
preferenze chiede ai giudici di fare una verifica sperando di prendere il suo
posto. Ma nel partito di Grillo dove la frase “uno vale uno” viene ripetuta
come un mantra, per spiegare che è indifferente chi occupa una certa carica
l’importante è che ci sia un grillino perché le idee del movimento camminano
nello stesso modo sulle gambe di tutti, il ricorso al Tar fa storcere la bocca
a molti.
Infatti, la persona che ha fatto ricorso per chiedere il riconteggio delle
preferenze non è Giulia Gibertoni (colei che in caso successo otterrebbe il
seggio da europarlamentare) ma una cittadina italiana iscritta nelle liste
elettorali del Comune di Parma che contesta l’attribuzione di 2 voti in più a
Zullo.
Il problema nasce dal fatto che in un primo momento, subito dopo le elezioni
europee del 25 maggio 2014, alla Gibertoni fu comunicato dalla Prefettura di
Modena la sua elezione al Parlamento Europeo ma pochi giorni dopo (il 10
giugno) – si legge nel ricorso - “le veniva comunicato un risultato
elettorale completamente diverso in base al quale la signora Gibertoni aveva
perso molti voti, fino addirittura ad averne meno del signor Marco Zullo, sino
ad allora primo dei non eletti, che per una minima differenza, per soli due
voti la sopravanzava”. Così pur non essendo stata la Gibertoni a fare ricorso
per annullare l’elezione di Zullo, in caso di accoglimento della richiesta
sarebbe costei a beneficiare del giudizio.
Dal Movimento 5 Stelle a Bruxelles non trapelano commenti ufficiali ma dai
territori di provenienza di Zullo e Gibertoni i malumori sono forti, al punto
che diversi attivisti grillini del Friuli Venezia Giulia fanno notare che “se,
dopo l’avvicinamento contradditorio che ha visto il M5S, prima contro ogni
dialogo col Pd, chiedere il confronto politico dopo i risultati delle europee,
decade anche il caposaldo che 1 vale 1 a suon di carte bollate è meglio ammainare la
bandiera e andarsene a casa, il Movimento è finito”.
E rincarano la dose dicendo: “se Grillo non prenderà posizione subito,
dando un segnale netto risolvendo da subito questo caso sarà spaccatura”.
Ma visto che è difficile che l’ex comico prenda una posizione ufficiale su
questa querelle non resta che aspettare la pronuncia dei giudici, e “la prima
udienza – spiega Marianna Caretti, uno degli avvocati che ha firmato il ricorso
– è stata fissata davanti al Tar del Lazio il 4 dicembre 2014”.
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