In
fondo Alessandro Di Battista non ha fatto altro che ribadire il pensiero
grillino in merito al terrorismo islamico. Già Beppe Grillo in un’intervista a Menachem
Gantz, corrispondente del
quotidiano israeliano Yediot Aharonot, ripresa da Francesco Battistini sul Corriere
della Sera del 25/06/2012, a pag.11, con il titolo " Dal
Mossad all'Iran. Le parole di Grillo, un caso in Israele".
«Mia moglie è iraniana, lì la donna è al centro della famiglia Bin Laden non era tradotto bene, me lo ha detto mio suocero.»
“GERUSALEMME - I massacri in Siria? «Ci sono cose che non possiamo capire.
Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d'agenti infiltrati nel
Paese». L'Iran di Ahmadinejad? «Un giorno ho visto impiccare una persona, su
una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho
pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta,
prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più
barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la
donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che
non conosciamo».
IN IRAN L'ECONOMIA VA BENE - Nemmeno un po' preoccupato da quel
regime? «Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le
stesse preoccupazioni che abbiamo noi all'estero. L'economia lì va bene, le
persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un
cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla
preoccupati». Ma Ahmadinejad vuole cancellare Israele dalle mappe... «Cambierà
idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando
uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m'ha spiegato che le
traduzioni non erano esatte...». Perché, nessun dubbio, c'è una lobby ebraica
che controlla il sapere: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e
Palestina, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E
dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex
sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo
una realtà mistificata, completamente diversa».
MEDIO-ORIENTE - Beppe Grillo e la politica estera. In un'intervista
di un'ora e mezza al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronot, il
leader anti-casta s'avventura su un terreno per lui insolito come il Medio
Oriente. Facendo capire soprattutto una cosa: nel Movimento 5 Stelle, quella di
David non è la più splendente. Mentre l'Iran... «Se un giorno Grillo farà parte
del governo italiano - scrive il corrispondente Menachem Gantz -, il suocero
avrà un ruolo fondamentale nella politica estera». Il giornalista è severo col
comico: «È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si
possono capire dai suoi show e dal suo blog». Il riferimento è ad alcuni post,
dove gli israeliani sono qua e là paragonati ad Attila («dopo di noi non
cresceranno più palestinesi») o a una «dittatura militare» pronta a scatenare
una terza guerra mondiale, mentre più teneri sembrano altri giudizi: «L'Islam
non è una religione fondamentalista. E qualunque Stato, quando gli ammazzano
gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto
attacco». Grillo rivela d'essere stato invitato dall'ambasciatore americano a
Roma, nel 2008. Dice che Israele è dietro molte decisioni Usa. Che «noi
italiani siamo sotto occupazione dell'America, colpevole di parte della crisi
economica europea». Che in ogni caso «parlare d'Israele è un tabù, come parlare
dell'euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista».
MATRIMONI GAY? FORSE - Il panorama dalla casa ligure è fantastico,
nota il giornalista, e la lunga chiacchierata lascia spazio ad altri temi.
Grillo spiega d'aver avviato «una rivoluzione culturale, non politica»; che da
sette anni il suo blog è opera del fidato Gianroberto Casaleggio, «io parlo,
lui scrive»; dà una mezza risposta sui matrimoni gay (favorevole? «Forse»);
compara il M5S a Occupy Wall Street, ai Pirati tedeschi e agli Indignados
spagnoli, «anche se noi non ci siamo scontrati con la polizia»; prima dribbla
la domanda sull'uscita dall'euro («studieremo l'argomento»), poi confida di
sentirsi europeo, ma «come gli inglesi, senza stare per forza nella moneta unica»;
attacca Monti, «sta facendo il lavoro sporco, ma sulla casa e con la riforma
del lavoro sta colpendo duro»; promette che non farà mai il premier o il
segretario politico, «non ne ho la statura». E mentre sul web risponde al
Corriere , che ieri criticava la lentezza del neosindaco di Parma («Pizzarotti
s'è preso il suo tempo. Non ha nominato cani e porci. Altrimenti ci avrebbe
messo un attimo»), qui riconosce: «La verità è che non abbiamo esperienza di
governo. Entrare in Parlamento sarà un'altra faccenda. Anch'io non capisco del
tutto il movimento. Forse, che cos'è, lo capiremo tra 15 anni». Alla fine, il
giornalista è spazientito: ma perché, sbotta, mi dai risposte così vaghe? «Non
ho gli elementi per decidere. È la gente che deve pronunciarsi, coi referendum
sulla rete». Giudizio finale dell'osservatore straniero: «Grillo è un buon
attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole».”
mader
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