Già a sentire che i grillini si scoprono
autonomisti e federalisti si rimane (parecchio)
basiti. A constatare, poi, che si son pure presi a cuore il problema del residuo fiscale lombardo si viene
presi da un moto di commozione spontanea.
Forse che, tra un libro (pardon, e-book ormai la
carta è “morta, finita”) di Casaleggio e uno di Di Battista, si siano imbattuti
in qualche buona lettura di Carlo Cattaneo o Gianfranco Miglio sul federalismo, magari su consiglio del
collega d’aula Stefano Bruno
Galli? A vedere il pezzo pubblicato oggi in apertura del Blog di
Beppe Grillo “Per una Lombardia di sana e robusta Costituzione”
(titolo peraltro scopiazzato da un libro di Don Gallo) parrebbe proprio che le letture grilline, oltre ai
due pensatori pentastellati, si siano fermate a un testo ancor più pesante: la Costituzione. «Restituiamo le chiavi dei territori
ai legittimi proprietari: i cittadini.
Nessuna secessione, rispettiamo
la Costituzione! Risorse al territorio!», si legge al termine
dell’articolo che, visto il tema, immaginiamo essere stato scritto dal gruppo
consiliare del M5S al Pirellone.
E difatti tutto il testo dell’articolessa precedente –
6.500 battute, più del doppio di quelli che leggete abitualmente su L’Intraprendente
– tanto tecnica, noiosa e pedante che pare essere scritta da un giurista («Rodotà», «Rodotà», «Rodotà») punta a spiegarci perché, per
trattenere le risorse qui, non serva fare la secessione o chiedere
l’istituzione di una regione a statuto speciale. Basterebbe, a loro giudizio,
rispolverare l’articolo 119 della Costituzione che afferma che le Regioni
«godono dell’autonomia finanziaria di entrata e di spesa, hanno un proprio
patrimonio e possono fare investimenti» e il 116 che stabilisce il principio
della «territorialità delle imposte».
Ora a parte che se la Lombardia trattenesse tutto o
parte delle risorse che oggi vanno alle altre regioni i grillini dovrebbero
spiegare ai propri colleghi meridionali
tipo Luigi Di Maio come si potrebbero mantenere
quelle regioni che prendono
invece che dare. Così come dovrebbero spiegare chi pagherebbe l’oneroso reddito di cittadinanza. Ma lasciamo
perdere. La cosa più contraddittoria è un’altra. I grillini infatti non spiegano come si potrebbe tenere qui le nostre risorse
facendo appello alla “carta più bella
del mondo”. A leggere il pezzo sembrerebbe che per loro basterebbe che
Roberto Maroni andasse a Roma da Renzi, declamasse gli articoli 116 e 119 della
“carta più bella del mondo”, e tornasse indietro con 40 miliardi? Siamo seri.
Anche perché, ricordano gli stessi grillini, «per diverse ragioni, non si è
data attuazione a quanto
previsto dalla riforma del titolo V»
che prevede che le regioni «dispongono di compartecipazioni al gettito di
tributi erariali riferibili al loro territorio».
Quindi che fare, in concreto? No perché se non ce lo
spiegano siamo legittimati a pensare che i grillini, in fondo, non si comportino diversamente dagli altri
partiti che fanno solo propaganda elettorale. Loro sono i
cittadini onesti e tutti di un pezzo, vero?
mader
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