sabato 25 ottobre 2014

DA COMICO A PIAGNONE



Giuseppe Piero Grillo, in arte Beppe, è nato a Genova nel quartiere di San Fruttuoso. Ma dai ragionamenti che fa potrebbe essere nato benissimo a Scampia, Catanzaro o Caltanissetta.

Basti guardare l’ultimo post del suo blog, firmato dal gruppo M5S alla Camera, per vedere chiaramente come l’atteggiamento del movimento di cui è padre padrone assoluto (su non prendiamoci in giro con la questione democrazia diretta: puoi dissentire, è vero, ma a patto di far le valigie) sia degno del meridionalismo più autentico. Quello peggiore ovviamente visto che, non dobbiamo dimenticarlo, meridionali sono anche autori e attori geniali come Pirandello, Sciascia e De Filippo, o imprese all’avanguardia come quella piccola impresa siracusana che vuol costruire Lavinia, la supercar elettrica più potente al mondo. Quello di cui parliamo è il Sud piagnone, assistito e assistenzialista, che chiede, pretende e domanda sussidi e spesa pubblica, a danno delle altre regioni. Quello che grida “lo Stato ci ha abbandonato”, salvo poi lamentarsi ogni volta che lo stesso Stato cerca di imporre qualche regola.


Lo stesso che il M5S chiede di rafforzare. «Lo Stato italiano – scrivono i senatori grillini – avrebbe il compito morale e costituzionale di favorire lo sviluppo delle aree geografiche in ritardo o depresse, ma invischiato nei trattati europei e nei vincoli assurdi della moneta unica deve dimagrire il bilancio e tagliare le spese, a costo di farlo senza nessuna idea guida. I famosi tagli lineari inaugurati da Monti sono ora riproposti da Renzi, che aveva gridato la sua ostilità all’Europa dell’austerità in campagna elettorale ma ora ne rispetta fedelmente ogni virgola. Intanto il Sud deperisce. Ogni giorno in queste condizioni è un ostacolo in più sulla strada di una possibile ripresa futura del Mezzogiorno».


Come se la Sicilia non avesse alcuno spreco da tagliare, nessun privilegio da abolire, nessun parassitismo da eradicare. La regione che, forse memore della sua prima colonizzazione, paga le imprese alle calende greche ma stipendia puntualmente e profumatamente i suoi “parlamentari”, quella che con 28mila forestali, numero pari al Canada, non riesce a domare gli incendi. È forse normale che a Pioppo, frazione di Monreale, ci siano ben 383 persone su duemila assunte come forestali? È normale che in un paesino solo ce ne siano quasi quanto l’intero Piemonte (404) che ha la stessa identica estensione della Trinacria?


Per i grillini pare proprio di sì. Tanto che, invece che lamentarsi degli sprechi, dicono: «Bisogna uscire dall’euro, riprendersi la sovranità economica e monetaria e saldare Sud e Nord Italia con misure urgenti di solidarietà e di sviluppo economico». Insomma più sussidi a pioggia.


Quelli che, in 150 anni, non hanno aiutato il Mezzogiorno, terra ricchissima ma poco valorizzata proprio a causa di un assistenzialismo becero e controproducente.

mader

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