Volevano
evitare la guerra degli scontrini almeno in Europa, Beppe Grillo e Gianroberto
Casaleggio. Dopo le liti sulla diaria da restituire – “abbiamo un problema di
cresta”, aveva confessato il fondatore sul blog – per Bruxelles e Strasburgo si
era deciso di fare diversamente. I 17 parlamentari europei del Movimento – a differenza
di deputati e senatori grillini – possono tenersi i loro stipendi.
Guadagnano
8000 euro lordi al mese, più 304 al giorno di diaria (quando sono nelle sedi
europee), e 4299 per le spese generali (telefono, computer, attività degli
uffici). Oltre, ovviamente, ai rimborsi per le spese di viaggio. Il totale
oscilla tre i 17 mila e i 19 mila euro al mese. Cui si aggiungono i 21200 del
fondo che serve loro ad assumere 6 collaboratori, 3 in Italia e 3 a Bruxelles,
gestito direttamente dal Parlamento europeo.
E
però, il regolamento che hanno firmato per potersi candidare qualche richiesta
la faceva: affidare la comunicazione a un gruppo di lavoro scelto dalla
Casaleggio Associati (quello guidato da Claudio Messora), pagarne gli stipendi
attraverso il fondo per i collaboratori (ognuno dei 17 parlamentari ha assunto
2 persone). Infine, devolvere 1000 euro per il funzionamento di quel gruppo.
È
qui che il meccanismo si è inceppato. Finora quei soldi non sono arrivati, con
grande irritazione degli uomini di Casaleggio inviati a Bruxelles. I parlamentari
si sono insediati il primo luglio, i collaboratori sono stati assunti, ma del
fondo da creare per la comunicazione neanche l’ombra. Anzi. “il 12 agosto gli
eurodeputati sono andati a chiedere la testa di Messora”, racconta chi ha
parlato con lo staff.
Ignazio Corrao, trentenne di Palermo, capogruppo dei 5
stelle nella delegazione che condividono col l’Ukip di Nigel Farage, la spiega
diversamente: “le nostre indennità sono più basse di quelle italiane, e calcolate
in modo diverso. Dobbiamo solo trovare un modo di donare questi soldi senza che
qualche strano organismo tra 5 anni venga a chiederci la restituzione di migliaia
di euro. Non è facile…”
mader
Annalisa
Cuzzocrea, articolo completo su la Repubblica
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