Insistiamo. Perché insistono loro, i Vauro,
i Massimo Fini, i Di Battista. E non ci
stiamo più, già sotto attacco dalle belve islamiche (perché è
in gioco il nostro destino, nel deserto iracheno, questo ormai è agli atti) a
prendere lezioni di anti-occidentalismo da chi passa ogni sua
giornata al sicuro dei privilegi occidentali, e ci sputa sopra.Vale meno di
chi si arruola nel jihad, questa teppaglia
intellettuale, perché non ha nemmeno il coraggio perverso del
fanatismo.
Ha solo la mollezza compiaciuta di chi contraddice
le proprie parole con le proprie azioni. Ipocrisia a tonnellate. E incapacità
di maneggiare l’oggetto umano per eccellenza, quello della Storia, anche a
livello di un sussidiario di quinta elementare.
Prendete Di Battista, che non
ha nemmeno quel minimo rispetto di sé da chiudersi nel silenzio, dopo che i galantuomini in nero che lui vuole “erigere a interlocutori” hanno sgozzato in diretta tivùun reporter americano.
No, il professorino mancato ribadisce,
puntualizza, delira ancora via web, come fossimo di fronte a questo, un
dibattito orizzontale nei social network, e non una scelta abissale tra la vita
e la morte. “Non c’è mai stata una guerra che ha messo fine alla guerre”. Non
vuol dire niente, è un nonsense acefalo appena infiocchettato
di correttezza formale, è il linguaggio che parla questa gente, è l’astrazione
che, da sempre, fa il gioco del totalitarismo. Non c’è mai stata una guerra che
metta fine al fenomeno umano, tremendo e deteriore, e proprio per questo troppo
umano, delle guerre? È una tautologia, non avevamo bisogno di Di Battista, per
questo.
Ci sono state invece “guerre giuste”, altroché, caro allievo del Capocomico
in fregola di sorpassare il maestro, e non è affatto un concetto introdotto
“dopo l’11 settembre”, lo ha teorizzato ben prima un guru del pensiero liberal
come Michael Walzer, non uno sporco “imperialista“,
per non scomodar la Scolastica medievale e il giunaturalismo seicentesco,
informati, leggi, studia, oppure taci. Ci sono state guerre che hanno messo
fine all’oppressione, alla schiavitù e perfino a quell’evento che secondo alcuni
(filosofi, non cittadini del Movimento Cinque Stelle) ha reso per sempre
impossibile nominare Dio, l’Olocausto.
La guerra contro la
Germania nazista era una guerra giusta, vien la noia a ripetere ovvietà a uno
scolaretto che non ha mai fatto i compiti, e l’hanno fatta gli Angloamericani
(quello con l’Urss era puro scontro tra due versioni dell’Orrore), quelli a cui
Di Battista attribuisce le colpe di qualunque sconvolgimento mondiale, e che
hanno la sola, sublime colpa di aver dato anche a lui la libertà di proporre al
mondo le proprie stronzate (il giornalismo a volte vive di termini tecnici, e
questo è il caso). Vada a Colleville sur Mer e ci parli ancora di “imperialismo
nordamericano”, il pensatore a Cinque Stelle.
Ma è inutile parlare di Storia
con questa gente, non stanno nemmeno all’altezza della piccola attualità che
hanno generato loro, non hanno neppure la consapevolezza delle
proprie parole, giocano agli eroi del multiculti e del
terzomondismo, ma con le gole degli altri. Quella di James Foley,
quella di qualunque ostaggio sia in mano dei cani dell‘Isis.
Qui non c’è nessun “conflitto” da risolvere, esimio Di Battista, dai grillini
più volte sbandierato candidato premier. Qui c’è solo una scelta da fare. O col
mondo del diritto, dell’individuo come categoria giuridica ed esistenziale,
della coltivazione dei mille e più sentieri alla “ricerca della felicità”, come
recita la carta fondante del Paese più libero del mondo, gli Stati Uniti
d’America. O con l’Isis.
La scelta di Di Battista è chiara. La nostra anche.
mader
Giovanni Sallusti per L’Intraprendente
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